7.560 confezioni di sugo proveniente dalle Filippine è stato bloccato dall’Autorità doganale di Genova. Il Tribunale di Milano ha accolto le richieste del Consorzio applicando i principi enunciati dalla Corte di Giustizia Europea sul caso “Parmesan”
Migliaia di confezioni di sugo contenenti “parmesan” contraffatto stavano per invadere il territorio italiano. Il carico è stato intercettato dall’Autorità doganale di Genova che ha immediatamente avvertito il Consorzio del Parmigiano Reggiano proprio per sospetta violazione della Dop e dei segni distintivi del Consorzio. A darne notizia è lo stesso Consorzio del Parmigiano Reggiano DOP che, “dopo tempestivi controlli ha accertato che il prodotto – 7.560 confezioni di sugo proveniente dalle Filippine e recante in etichetta la scritta “Spaghetti sauce plus Parmesan Cheese” – non conteneva affatto Parmigiano Reggiano Dop”.
“Vista la gravità delle violazioni e considerato che analoghi episodi erano già stati contestati in passato dalla società di importazione – riferisce l’ufficio stampa del Consorzio -, il Consorzio ha depositato avanti la Sezione Specializzata in Materia di Impresa del Tribunale di Milano un ricorso cautelare al fine di ottenere un provvedimento che inibisse alla controparte ogni produzione, promozione, vendita, importazione, esportazione, ivi incluso online e sui social media, dei prodotti in violazione della DOP nonché ordinasse il loro immediato ritiro dal commercio“.
Con decreto emesso inaudita altera parte in data 25 marzo 2019, e poi integralmente confermato dall’ordinanza emessa in sede di convalida il 18 aprile, il Tribunale di Milano ha pienamente accolto le istanze cautelari del Consorzio.
“Il giudice – spiegano dal Consorzio -, espressamente richiamando i principi delineati dalla Corte di Giustizia nel caso Parmesan, ha infatti pienamente condiviso l’illiceità della condotta avversaria, confermando che l’uso del nome PARMESAN sulla confezione contestata evoca la denominazione Parmigiano Reggiano con conseguenze gravemente lesive della reputazione della DOP e del Consorzio e di rilevante potenzialità confusoria per i consumatori. Il giudice ha quindi confermato la violazione della DOP, la contraffazione del marchio PARMESAN di titolarità del Consorzio nonché la violazione del d.lgs. 297/2004 in materia di prodotti trasformati, che impone a chiunque intenda produrre e/o commercializzare un alimento a base di un prodotto DOP di richiedere ed ottenere una preventiva autorizzazione da parte del competente Consorzio di tutela”.
Si tratta di un precedente estremamente importante per la DOP Parmigiano Reggiano che, applicando così anche in Italia i principi delineati dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea sulla questione “Parmesan”, ha nuovamente ribadito l’illiceità dell’uso di tale nome per designare genericamente un formaggio a pasta dura che, con il Parmigiano Reggiano genuino, non ha nulla a che vedere. È infatti evidente l’intento evocativo di tale nome a scapito degli interessi dei produttori e dei consumatori che, in ottemperanza dei propri obblighi di garanzia, il Consorzio continua a tutelare.
“Ricordiamo che risale al 2008 il pronunciamento della Corte di giustizia dell’Unione Europea – concludono dal Consorzio – con il quale si stabilì che solo il Parmigiano Reggiano Dop può essere venduto sotto la denominazione “parmesan” all’interno dell’Unione Europea“.