Oggi ad Ancona è l’ultimo giorno in cui poter abbinare i sapori e la cultura del mare con le più famose fotografie di guerra e di vita di Robert Capa. Le icone che hanno fatto la storia del Novecento e dei suoi conflitti e la cultura del cibo sono in “degustazione” alla Mole Vanvitelliana
Il mare, il cibo, il vino, l’arte e i maggiori conflitti del Novecento sono riuniti oggi per l’ultimo giorno insieme ad Ancona. Oggi è l’ultimo giorno in cui “Tipicità in Blu” e la mostra “Retrospective” con le foto di Robert Capa, fondatore di Magnum Photos sono “degustabili” nello stesso luogo, in un viaggio che va dal nutrimento dell’anima alla sollecitazione del gusto.
Tra degustazioni e libri: gli ultimi appuntamenti di “Tipicità in Blu”
Oggi è l’ultimo giorno per assaporare la cultura del mare tra la Mole Vanvitelliana e il Mandracchio. Come da programma, nel pomeriggio “Tipicità in Blu” offre mostre, presentazioni di libri e degustazioni. Tra queste ci piace segnalare “Il Conero nel calice”, rassegna dei vini del Conero accompagnati da produzioni gastronomiche di qualità (dalle 16 alle 22) e la degustazione guidata con Fabio Fiorillo “Conero: quello che non è rosso”. Entrambi gli appuntamenti si tengono alla Mole Vanvitelliana e sono l’occasione per abbinare alle degustazioni, l’arte e la fotografia di Capa (ma solo per chi “regge” emozioni forti).
Le icone del Novecento nella mostra “Retrospective” di Capa
Alla Mole Vanvitelliana sono infatti in esposizione (fino al 2 giugno prossimo – oggi ultimo ingresso alle 18) più di 100 immagini in bianco e nero scattate dal più grande fotoreporter del XX secolo. Immagini a volte crude, a volte sentimentali ma sempre vere, che hanno fatto la storia della fotografia e appartengono a pieno titolo alla storia dell’arte contemporanea.
Alcune delle foto di Capa sono diventate delle icone. Basti pensare alla morte del miliziano nella guerra civile spagnola nel 1937 e alle fotografie dello sbarco delle truppe americane in Normandia, nel giugno del 1944. Ma ci sono anche istanti di vita nella laziale Cassino, in Sicilia, a Londra e in Indocina. Ci sono le fotografie della Guerra di Spagna, di Israele e dell’Unione Sovietica nel 1947.
Ai volti delle guerre e dei conflitti si aggiungono i volti di Picasso, Hemingway, Gary Cooper, Ingrid Bergman, Truman Capote, John Huston, Humphrey Bogart, dello stesso Capa e del suo amore Gerda Taro, giustapponendo le più grandi contraddizioni del Novecento: dalla disumana crudezza della guerra e “l’orrore di un intero popolo attraverso un bambino”, all’umana serenità della vita familiare e amicale del Dopoguerra.
«Questa mostra – afferma Denis Curti curatore di mostra, che ha ripreso fedelmente l’esposizione originariamente curata da Richard Whelan – si presta a differenti letture e il visitatore potrà decidere su quale orientare la propria attenzione: la storia recente, le guerre, le passioni, gli amici. Questo perché per Robert Capa la fotografia era un fatto fisico e mentale allo stesso tempo. Una questione politica, ma anche sentimentale. “Se le tue fotografie non sono buone, vuol dire che non sei abbastanza vicino”. Questo il suo mantra e questa la frase scelta da Magnum Photos, per festeggiare i settant’anni dell’agenzia»
«Se la tendenza della guerra – osserva lo stesso Whelan, biografo e studioso di Capa – è quella di disumanizzare, la strategia di Capa fu quella di ri-personalizzare la guerra registrando singoli gesti ed espressioni del viso. Come scrisse il suo amico John Steinbeck, Capa “sapeva di non poter fotografare la guerra, perché è soprattutto un’emozione. Ma è riuscito a fotografare quell’emozione conoscendola da vicino, mostrando l’orrore di un intero popolo attraverso un bambino». Maggiori informazioni sulla mostra sono rintracciabili qui.