Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo tornano negli USA per rafforzare la fiducia degli americani verso le DOP. I 3 Pecorini con i rispettivi Consorzi di Tutela sono impegnati in un tour di promozione che questo mese li porterà, tra il 23 e il 25 giugno, a New York per il Summer Fancy Food Show organizzato dalla Specialty Food Association, l’associazione “a stelle e strisce” che riunisce circa 3400 imprese del food.
Il viaggio negli USA non è però una novità assoluta. Si tratta della seconda di tre annualità di un progetto di comunicazione e promozione delle produzioni ovine sarde D.O.P. finanziato dalla Regione Sardegna. In passato i 3 Pecorini sono stati anche in altri eventi rilevanti di settore: all’International Dairy Deli Bakery Association di Orlando e al Winter Fancy Food Show.
Durante le tre giornate che si tengono da questa domenica a New York, un incontro in particolare, moderato dal dott. Antonio Pirisi (Responsabile di ricerca – Tecnologia prodotti di origine animale Agris Sardegna) e in presenza dei rappresentanti dei 3 Consorzi, promuoverà il territorio sardo, il valore e il significato della D.O.P., le peculiarità della pecora sarda e del suo latte. Ma soprattutto le caratteristiche distintive delle 3 D.O.P ovine sarde: Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo.
Pecorino: la speranza è nell’export
I 3 Pecorini cercheranno quindi di rafforzare i canali di vendita verso gli Stati Uniti, nazione che nei primi tre mesi dell’anno sembra essere tornata a dare qualche soddisfazione ai tre consorzi. Il 2018 si era concluso con un -28,6% di tonnellate export di Pecorino/Fiore Sardo rispetto al 2017 (dati Ismea). Addirittura le tonnellate verso gli Stati Uniti l’anno scorso erano diminuite del 40,4% rispetto al 2017.
In attesa di rilevazioni più aggiornate, i dati Ismea cumulati dei primi tre mesi 2019 testimoniano un aumento delle tonnellate esportate verso gli USA del 32,5% rispetto allo stesso periodo del 2018. Da gennaio a marzo l’esportazione di Pecorino e Fiore Sardo verso gli Stati Uniti è arrivata a 3414,7 tonnellate a fronte delle 5.144,9 tonnellate esportate nello stesso periodo in tutto il mondo (che fa registrare un +23,9%).
Purtroppo l’aumento delle quantità esportante non è seguito da un proporzionale aumento valore della merce. In euro l’aumento dell’export a livello mondiale tra gennaio e marzo vale infatti “soltanto” un +7,2% rispetto allo stesso periodo del 2018. Verso gli USA l’export vale per ora “soltanto” un +8,2%. Ciò a causa di una diveresa dinamica del prezzo che è diminuito rispetto allo scorso anno.