Il 15 gennaio scorso il Tribunale di Velletri ha rigettato la proposta di concordato preventivo e ha dichiarato fallita la cooperativa di Ariccia attiva dal 1959
Continuano ad essere tempi duri per il cooperativismo vitivinicolo dei Castelli Romani. Il 15 gennaio 2020 la stessa cooperativa è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Velletri. La Sezione Fallimentare del Tribunale non ha infatti accolto la proposta di piano di concordato preventivo proposto a luglio scorso dalla cooperativa, dichiarandone il fallimento. La società cooperativa non avrebbe avuto, infatti, la capacità di adempiere alle proprie obbligazioni e il piano di concordato presentato non è stato ritenuto soddisfacente dal Tribunale.
Nell’estate scorsa la cooperativa aveva presentato una proposta di concordato preventivo in continuità indiretta. Prevedeva la realizzazione della continuità aziendale tramite l’affitto e poi la cessione dell’attività (al 31 dicembre 2021) ad una società (la Vin.Co. srl) e la soddisfazione dei crediti chirografari al 9,53%. Successivamente, con la presentazione di un documento integrativo, la percentuale è stata alzata all’11,83%. La stessa società subentrate aveva già versato la caparra per l’acquisto nella misura del 20% del prezzo. L’esame della proposta di concordato però, secondo i magistrati, non avrebbe adeguatamente garantito i creditori. Il Tribunale ha così dichiarato il fallimento e fissato al 24 marzo 2020 alle ore 9 l’adunanza dei creditori.
Il fallimento della Fontana di Papa non preclude comunque il prosieguo dell’attività e della commercializzazione dei vini. L’affitto o la cessione del ramo d’azienda rimarrà comunque possibile anche durante la gestione fallimentare. Come per altre grandi cooperative del Lazio andate in crisi negli anni trascorsi, anche in questo caso il futuro del marchio Fontana di Papa potrebbe passare proprio da un’impresa non cooperativa che dia continuità all’attività.
Chi era la Fontana di Papa
La Fontana di Papa Vini d’Italia fu fondata nel 1959 ad Ariccia come cooperativa. Secondo i dati pubblicati sul sito web istituzionale, la cooperativa avrebbe avuto “tutti i numeri per competere con la concorrenza globale”, raccogliendo “circa 150 piccoli e medi produttori del luogo” che coltivano “600 ettari delle colline romane”. La cooperativa era arrivata a commercializzare circa 5 milioni di bottiglie tra il mercato europeo, asiatico e nord americano.
Per il Lazio il fallimento della Fontana di Papa rappresenta la conferma di un trend che vede la progressiva riduzione della presenza della cooperazione nel mondo del vino. In alcune zone di Velletri, ad esempio, si sta assistendo all’abbandono dei piccoli vigneti da parte di quei produttori che prima conferivano alle grandi cooperative. Contemporaneamente da qualche tempo si è attivata una corrente opposta: lo spazio lasciato libero dalle grandi cooperative viene parzialmente occupato grazie alla nascita di nuove piccole o grandi aziende vitivinicole o da qualche nuova cooperativa castellana. In entrambi i casi non si punta più sulla quantità ma sulla qualità, disegnando un nuovo profilo dei vini dei Castelli Romani.