Cosa deve sapere chi si trova o è stato di recente in Spagna, la nazione che ha lanciato l’allerta listeriosi e che ha precisato che la distribuzione della carne contaminata è limitata al territorio spagnolo
C’è un’emergenza in corso in Spagna: l’emergenza “listeriosi”. Fino a ieri sono stati verificati 175 casi di contagio, tutti in Spagna e in particolar modo a Siviglia. Una persona, una 90enne è deceduta. Ma di cosa si tratta e cosa sta accadendo in Spagna? A spiegarlo è stato ieri stesso il Ministero della Salute spagnolo che ha lanciato l’allerta “listeriosi” in Spagna a livello internazionale. Il Ministero ha spiegato che la notifica di una contaminazione alimentare da listeriosi era pervenuta al Ministero il 16 agosto dalla Comunità Autonoma dell’Andalucìa. La Comunità aveva comunicato un’intossicazione da listeria associato al consumo di carne da bollito (“carne mechada”) industriale marcata “La Mechà” e prodotto da un’impresa situata nella città di Siviglia. L’associazione tra il consumo del prodotto e il contagio era stata rilevata il 14 agosto, dopo che le analisi sulla carne hanno dato risultati positivi al batterio della listeria. Tale batterio era presente in diversi lotti di carne analizzata e consumata dalla maggior parte delle persone contagiate.
La mappa dei contagi
Il 22 agosto, cioè ieri, l’Andalucìa ha confermato l’esistenza di 161 casi di contagio: 131 a Siviglia, 7 a Cadice, 4 a Granada, 15 a Huelva e 4 a Malaga. Ma non è solo in quei luoghi che ci sono stati riscontri: ci sono stati altri casi. Il Ministero della Salute ha comunicato anche che 3 casi sono stati riscontrati nelle Asturie: tutti all’interno di una famiglia di Siviglia che si trovava a Gijon. In Extremadura è stato rilevato un altro caso e 9 sono allo studio. In Cataluña sono stati rilevati due casi all’interno di una famiglia che ha riferito di aver consumato carne della marca “incriminata” presso un familiare in Andalucìa. A Madrid si sono verificati 5 casi: 4 persone che hanno consumato carne in Andalucìa più un neonato la cui madre ha consumato la “carne mechada” in un bar di Madrid nel mese di luglio. Altri 3 casi sono stati confermati in Aragòn: tre componenti su quattro di una famiglia che hanno acquistato carne a Siviglia e l’hanno poi consumata nei Pirenei aragonesi, dove erano in vacanza.
Ritirati gli alimenti “La Machà” prodotti dal 1° maggio. I timori del Ministero spagnolo
Sulla vicenda sta stanno investigando gli scienziati dell’Istituto di Sanità “Carlo III”. Si teme comunque che la contaminazione possa essere più vasta. Scrive infatti il Ministero spagnolo: “Anche se la maggior parte del prodotto è stato distribuito in Andalucìa, l’Agenzia Spagnola della Sicurezza Alimentare e la Nutrizione (AESAN) ha informato della distribuzione del prodotto in altre Comunità: 225 kg a Madrid, che a sua volta ha ridistribuito piccole quantità nella Castilla-La Mancha, Castilla y Leòn; 10 kg a Badajoz e una piccola quantità del prodotto ad Adeje (Tenerife)“. Dopo un sopralluogo dei funzionari dell’Istituto presso l’impresa produttrice, la società stessa ha accordato il ritiro volontario di tutti gli alimenti elaborati dal 1° maggio in poi ed ha sospeso la produzione. Inoltre l’allerta è stata estesa non solo alla “carne mechada” ma anche agli altri alimenti marcati “La Mechà”: chicharròn andaluso (la cotenna fritta di maiale), lomo al Jerez (lombo allo sherry), lombo alla paprica e lomo casero al pimentòn (il lombo casareccio alla paprica). Tutti prodotti che sono stati distribuiti in minori quantità in Anadalucìa, Madrid e Extremadura.
Il punto è che il periodo di incubazione del batterio della listeria è lungo e quindi “l’ampia distribuzione del prodotto non può escludere l’apparizione di nuovi casi nei prossimi giorni – scrive il Ministero -, incluso in persone residenti in altre regioni i paesi, che hanno potuto consumare la carne mechada durante la permanenza nelle aree di distribuzione. Nemmeno si può escludere l’apparizione di nuovi casi – prosegue il Ministero della Salute spagnolo nel dispaccio dell’allerta – dovuti al consumo di prodotti che i consumatori finali possono conservare nelle loro case e che la data di scadenza sia approssimativamente di tre mesi“.
I consigli del Ministero della Salute spagnolo
Il consiglio del Ministero spagnolo è di non consumare la carne marcata “La Mechà” o di riconsegnarla al punto di acquisto. Nel caso in cui si sia consumata e si avverta una qualche sintomatologia da listeriosi, il consiglio è di recarsi in un presidio sanitario. “Per evitare il rischio di contaminazione incrociata dai prodotti infettati ad altri, è importante garantire una corretta igiene di superfici e utensili che possono entrare in contatto con gli alimenti“. Il Ministero spagnolo ricorda inoltre che “le donne in stato di gravidanza e le persone con carenze immunitarie devono consumare solo carne perfettamente cucinata e prodotti lattiero caseari pastorizzati e riscaldare gli avanzi del cibo. Inoltre devono evitare alimenti pronti per essere mangiati“.
Cos’è la listeria, il batterio che nei casi più gravi può provocare la morte
Anche se la distribuzione di carne contaminata è circoscritta alla Spagna, i diversi casi di listeriosi spagnoli preoccupano perché la malattia può essere molto grave. Inoltre chi è stato in Spagna nell’ultimo mese può essere a rischio se ha consumato alimenti contaminati. Cos’è dunque la listeria? Quali sono i sintomi? E come prevenirla? L’Efta (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) spiega che la listeria è una famiglia di batteri composta da dieci specie. “Una di queste, Listeria monocytogenes, causa la listeriosi, una malattia che colpisce l’uomo e gli animali. Seppur rara, la listeriosi è spesso grave, con elevati tassi di ricovero ospedaliero e mortalità. Nell’UE sono stati segnalati circa 1 470 casi nell’uomo nel 2011, con un tasso di mortalità del 12,7%”.
Prosegue l’Efta: “La Listeria si ritrova nel terreno, nelle piante e nelle acque. Anche gli animali, tra cui bovini, ovini e caprini, possono essere portatori del batterio. Il consumo di cibo o mangime contaminato è la principale via di trasmissione per l’uomo e gli animali. Le infezioni possono verificarsi anche attraverso il contatto con animali o persone infetti. La cottura a temperature superiori a 65 °C uccide i batteri. Tuttavia il batterio Listeria può essere presente in diversi alimenti pronti e, a differenza di molti altri batteri di origine alimentare, tollera gli ambienti salati e le basse temperature (tra +2 °C e 4 °C). Considerata la resistenza di questo batterio, insieme agli elevati tassi di mortalità nell’uomo, la manipolazione sicura degli alimenti riveste un’importanza capitale per tutelare la salute pubblica”.
I sintomi della listeriosi
“Nelle persone infette – spiega l’Efta – i sintomi variano, da lievi sintomi simil-influenzali, come nausea, vomito e diarrea, a infezioni più gravi, quali meningite e altre complicanze potenzialmente letali. Le persone più sensibili alle infezioni da Listeria sono gli anziani, le donne in gravidanza, i neonati e le persone con deficit del sistema immunitario. Negli animali domestici, come ovini e caprini, la listeriosi può causare encefalite, aborto o mastite. Tuttavia gli animali possono anche essere portatori dei batteri senza ammalarsi”.
Come prevenirla
Citiamo ancora dall’Efta: “Listeria monocytogenes può essere presente in molti alimenti, tra questi: pesce affumicato, carne, formaggi (in particolare formaggi a pasta molle) e ortaggi crudi. A casa, si consiglia ai consumatori di tenere bassa la temperatura del frigorifero, al fine di limitare la potenziale crescita di batteri, come Listeria, qualora fossero presenti negli alimenti pronti. Le organizzazioni internazionali, come l’Organizzazione mondiale della sanità, consigliano di refrigerare gli alimenti a una temperatura inferiore a 5 °C“.